Papaya? Si, grazie!

Da dove arriva la papaya? Non si sa. Le due ipotesi più accreditate sono Messico e Malesia. A prescindere dalla sua origine, ciò che è certo è che questo frutto tropicale è buono e caratterizzato da notevoli proprietà benefiche per l’essere umano.

Formata per buona parte da acqua (88% del peso totale), la papaya fornisce pochissime calorie (43) per etto di prodotto (è dunque utile nelle diete), oltre ad una buona dose di carboidrati (circa il 10%) e poi ad altre quote (basse) di proteine, grassi e fibre.

E’ una vera miniera di vitamina C (ma possiede anche le vitamine A, E e K), ha parecchi sali minerali (magnesio, potassio, rame) ed un basso indice glicemico.

Vanta inoltre notevoli proprietà antiossidanti e pertanto rallenta il decadimento e l’invecchiamento delle cellule. Mantiene basso il colesterolo e quindi può essere considerata un’alleata del cuore e del sistema circolatorio in generale.

Grazie al suo enzima papaina attiva la secrezione di succhi gastrici nello stomaco e stimola la digestione e con essa il transito intestinale.

Devono stare attente a consumare la papaya solo le donne incinte: se acerbo, il frutto può causare contrazioni uterine. In alcune culture gli uomini (i maschi) ricorrono al consumo dei semi di papaya (cosa che sconsigliamo) perché risultano un buon contraccettivo naturale: secondo alcuni studi scientifici un abuso potrebbe portare all’infertilità maschile, anche se parrebbe in forma  transitoria. Queste informazioni vengono fornite solo a scopo di curiosità culturale: come detto, sconsigliamo ai maschietti utilizzi in tal senso della papaya.