Siamo nell’era del food delivery, vale a dire la tendenza di farsi recapitare il cibo a domicilio. Nulla di nuovo in verità per quanto riguarda la “vecchia” pizza, ma adesso le pietanze a portata di smartphone si sono moltiplicate ed a casa possiamo farci arrivare praticamente di tutto…dalla cucina messicana a quella giapponese, dalle pizze ai panini, dalle tipicità regionali ai prodotti del territorio a chilometri zero.

Perché? Le risposte sono ovvie: abbiamo (o pensiamo di avere) meno tempo, ci manca la voglia di metterci ai fornelli, lavoriamo troppo…eccetera eccetera eccetera…

Dati recenti confermano, come dicevamo, la tendenza: negli ultimi sei mesi oltre il 50% degli italiani ha preso almeno una volta del cibo take-away andando di persona a ritirarlo, mentre un buon 39% ha telefonato per farsi portare le pietanze a domicilio. In crescita netta l’abitudine di ricorrere alle ordinazioni online via internet tramite Pc o smartphone.

In tutto si stima che annualmente nel nostro Paese questo traffico di cibo che ci arriva a casa (ma anche in ufficio, in palestra od in svariati altri posti) muova qualcosa come 400 milioni di euro e che riguardi almeno metà della popolazione italiana.

Ma come tutte le cose anche questa nuova moda qualche limite ce l’ha: è sempre questione di sapersi regolare. In che senso? Non abusiamone.

Spesso il food delivery nasconde la cattiva abitudine di chi si ingozza in fretta e furia giusto per tornare presto al lavoro, oltre che l’incapacità di non abbassare le frequenze, specie la sera, cucinandosi a casa qualcosa che oltre che un cibo, in realtà, è anche una coccola. Coccola  che, consumata lentamente e con consapevolezza, non fa altro che arricchire il nostro corpo e la nostra mente.

Occhio poi a non ricorrere al food delivery “giusto per seguire la moda del momento”, tanto più che nella ricca gamma di alimenti da scegliere non sono poi diffusissime le verdure e (in particolare) la frutta: se si consuma spesso questi cibi, pertanto, la nostra alimentazione potrebbe rischiare di non essere sufficientemente varia.