Silenzio, grazie

Fracassate dal rumore, disturbate dal trambusto della modernità, sempre più persone cercano di ritrovare sé stesse…nel silenzio. Una camminata nel bosco, una bella nuotata, un paio di cuffie insonorizzanti oppure i sempre più trendy “silent party”, in cui si sta sì insieme, ma senza fondersi le orecchie! Ed il gioco è fatto.

Sembra una bizzarria, eppure secondo Legambiente il 50% delle famiglie italiane soffre di “stress da rumore”. Ricordiamo che siamo esseri della foresta, usciti dalla natura solo in epoche biologicamente recenti. Pertanto, siamo più adatti al silenzio che non al rumore assordante e continuo delle nostre città. O delle nostre famiglie.

Il rumore, il cui limite per il benessere è stato fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità in 85 decibel (oltre si rischia), ha infatti un effetto disturbante sia sul nostro cervello che sul nostro corpo, tanto che spesso può addirittura alterare i bioritmi ed indurre risposte fuorvianti da parte dell’organismo.

Ecco dunque la voglia di abbassare i volumi, non solo perché sta diventando di moda, ma perché (soprattutto) risponde ad un’esigenza reale mirante a rimettere in equilibrio il nostro sistema. Dicevamo dei “silent party”: qui i ragazzi ballano anche, ma ascoltano la musica nelle cuffie. Così se gli altri vogliono parlare tra loro, lo possono fare senza strillare ed in assoluto relax.

Stanno prendendo sempre più piede anche dei pannelli fono-assorbenti per isolare meglio le case o gli spazi in cui si vive o lavora dal punto di vista acustico.

Ma il silenzio non solo ci fa stare meglio, aumenta anche la nostra creatività. E’ quanto sostengono all’Università della California ad Irvine (Usa): se il cervello riceve almeno due ore al giorno di silenzio, genera nuove cellule dell’ippocampo con conseguenti miglioramenti di memoria, creatività e produttività.

Quindi, Sssssssss!