Carote viola? Una volta sì!


Ma dai! Una volta le carote erano viola! Se vi capitasse di vederne al mercato od altrove, non preoccupatevi: non arrivano da Chernobyl né sono state create da qualche ingegnere genetico…Hanno semplicemente il loro colore naturale: quello arancione è stato ottenuto negli ultimi secoli con una serie di incroci…

Già consumate nell’antico Egitto, attualmente sono ampiamente usate in Cina, dove sono annoverate tra i rimedi fitoterapici. In Italia sono prodotte un po’ ovunque, ma una della zone di elezione è quella del barese ed in particolare di Polignano a Mare.

Sono praticamente identiche come forma alle più note carote arancioni o gialle, ma rispetto a queste hanno oltre il 20% in meno di zuccheri e sono ricchissime di antociani, che danno appunto all’ortaggio questo colore più scuro e che sono sostanze antiossidanti capaci di contrastare la formazione dei radicali liberi. Addirittura la variante viola possiede oltre quattro volte la quantità di antociani delle carote “tradizionali”.

Gli antociani (che sono presenti anche in altri frutti violacei quali mirtilli, ciliegie, fragole) hanno il pregio di abbassare la pressione sanguigna e di mantenere in salute l’apparato circolatorio e con esso il cuore. Sono poi degli ottimi antinfiammatori ed anti-aggreganti ed abbassano i livelli di colesterolo nel sangue.

Ricche di polifenoli, le carote viola hanno anche benefici effetti quando si parla di prevenzione dei tumori, in particolare di quello del colon.

Sono ovviamente costituite da quote rilevanti di acqua, ma hanno pure parecchie fibre e proteine, pochissime calorie (35 ogni 100 grammi), vitamine dei gruppi A, B e C e sali minerali.

Regalano poi un bel colpo d’occhio quando c’è da comporre qualche piatto sfizioso e sono adatte sia per ricette salate che dolci. Basta avere un po’ di fantasia…