Marcia dei pinguini 2017: una strage

Si è appena conclusa la marcia dei pinguini. Che dopo l’inverno australe, hanno cercato come ogni anno di raggiungere il mare. Peccato che stavolta sia stata molto più drammatica di quella descritta nel famoso film di Luc Jacquet che vinse l’Oscar.

Su una colonia di circa 36.000 animali (adulti compresi), solo due cuccioli hanno raggiunto il mare. Gli altri sono morti per il freddo, la fame ed i predatori. Come è stato possibile? Gli osservatori del Wwf attribuiscono la tragedia ad una fase finale della stagione invernale molto fredda, che ha creato più ghiaccio rispetto alla media e costretto i simpatici pennuti ad un percorso più lungo e sfiancante di quello usuale.

I pinguini in questione non sono i pinguini imperatori del film né quelli presenti nella foto del nostro post: stiamo parlando dei pinguini di Adelia, alti circa 60 centimetri, che all’inizio dell’estate partono per un lungo viaggio in Antartide al fine di raggiungere il mare, dove trovano il pesce ed il krill di cui si sfamano.

Peccato che quest’anno, come detto, il ghiaccio li abbia uccisi.

Un’altra precisazione: la natura, quella vera, non è quella edulcorata dei film. Essa non è né buona, né cattiva, né simpatica. Semmai è funzionale alla vita, intervento dell’uomo permettendo. Tutto questo per dire cosa? Che a prescindere dalla strage del 2017, quella dei pinguini non è per nulla una passeggiata ed anche in questo caso è il più forte a vivere. Anche qui, vige la legge del “morte tua, via mia”.

Basti pensare che questi piccoli pennuti, ammesso che arrivino vivi all’oceano, prima di saltare in acqua fanno delle finte per indurre i loro compagni a saltare prima di loro. Perché? Semplice: sotto ci sono parecchi predatori, tra cui le temibili foche leopardo, che i pinguini se li pappano a colazione, mezzodì e sera. Talvolta, addirittura, i pinguini si spingono l’uno con l’altro, così se cadi tu prima, la foca è impegnata a mangiare te e non me. Semplice, no?

E poi arriva l’uomo…che vorrebbe aprire in Antartide alcuni impianti per la raccolta del krill, lo zooplancton di piccoli crostacei alla base dell’alimentazione dei pinguini. Così, dopo quest’annata riproduttiva disastrosa (la seconda in soli quattro anno), si rischia di assestare un altro duro colpo alla popolazione dei pinguini di Adelia.

Il Wwf auspica la convocazione di una conferenza della Commissione per la salvaguardia delle risorse dell’Antartide composta da 25 Stati e dall’Ue. La speranza è che l’intera zona venga dichiarata parco nazionale e sia così protetta dallo sfruttamento dell’uomo…