La nomofobia

Sapete cos’è la nomofobia? Il termine probabilmente vi sfuggirà, ma in realtà quanto esso esprime vi risulterà ben più noto…quotidiano…

La nomofobia è appunto la paura (fobia) di non essere raggiungibile sul cellulare. E’ una sorta di dipendenza da telefonino o smartphone di cui tutti, chi più e chi meno, soffriamo. E porta isolamento, insicurezza, paura del rifiuto, senso di inadeguatezza.

E’ un timore che ha molto da spartire con le altre dipendenze che interferiscono con la produzione di dopamina, che regola il circuito cerebrale della “ricompensa”. Il problema, che affligge soprattutto giovani adulti (18-25 anni) con bassa autostima e difficoltà nelle relazioni sociali (parliamo di milioni di persone in tutto il mondo), induce ansia, stress, malesseri e somatizzazioni quali attacchi di panico, mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, tachicardia, nausea, dolori al torace.

I soggetti a rischio sentono il bisogno di essere costantemente connessi. Un bisogno tanto forte che alcuni medici lo vorrebbero inserire nelle statistiche dei disturbi mentali.

Detto questo, come guarire? Più fonti autorevoli consigliano lo psicodramma, vale a dire un approccio creativo (una sorta di terapia di gruppo) che si attua con la messa in scena di situazioni inerenti al problema tramite verbalizzazioni ed azioni. Mettendo in scena il proprio vissuto, lo si rielabora e si prende coscienza dei suoi contenuti latenti.

Ma per forme lievi, basta già solo mettere un po’ di sano distacco tra sè stessi ed il cellulare…