…cervello da elefante!

Avete presente gli elefanti? Bene. Hanno un cervello simile al nostro. Se già Charles Darwin si era accorto di alcune caratteristiche “umane” dei pachidermi, adesso lo sostengono anche parecchi esponenti della comunità scientifica internazionale.

L’elefante, infatti, ricorda molto bene (memoria da elefante, appunto) e prova emozioni. Nella vita intesse profonde relazioni sociali, è altruista, dimostra coraggio e compassione. E comprende anche il concetto di morte, tanto che organizza una sorta di funerale rituale quando un membro del suo branco viene meno.

Il nostro “amico Dumbo” è insomma un essere empatico e spesso sviluppa profonde relazioni affettive con l’essere umano, amandolo e difendendolo, come parecchi casi di cronaca ribadiscono (in India alcuni elefanti hanno salvato uomini aggrediti da tigri o comunque in pericolo).

Peccato che l’uomo non contraccambi questo slancio disinteressato del più grande animale terrestre vivente: l’elefante, inutile ricordarlo, è a rischio estinzione. Da un lato i bracconieri (spesso poveracci disposti a tutto) col loro macabro commercio di avorio (che finisce nei bei salotti europei, cinesi o americani), dall’altro il restringimento del loro habitat vitale in Africa ed Asia (sotto la spinta dell’urbanizzazione e dell’utilizzo delle campagne), fanno sì che questi giganti muniti di proboscide stiano drasticamente calando di numero.

Questo post vuole essere un inno all’elefante, ma con esso non si vogliono sminuire le intelligenze e la capacità di provare emozioni di tutti (TUTTI) gli altri animali.