Ascoltati

Indaffarati, sempre di corsa, costretti ad essere multi-tasking in ambito lavorativo…abbiamo perso la capacità di ascoltarci.

Eppure il nostro essere, olisticamente inteso come espressione di mente e corpo oltreché come riflesso in “micro” del “macro” universale, continua a parlarci. Certo lo fa a modo suo, con sensazioni, dolori, stati d’animo, funzioni e disfunzioni.

Un linguaggio che abbiamo ahimè smesso di praticare e che neanche riconosciamo più. Tanto che spesso quando il sistema mente-corpo ci parla, il suo “schema di comunicazione” viene interpretato alla stregua di un fastidioso sintomo da far tacere con una “bella” dose di farmaci.

Ma il messaggio che il sistema ci stava veicolando non è venuto meno. E’ stato solo messo a tacere. Pertanto, se quella situazione non verrà superata, il sistema ci parlerà con toni sempre più forti e marcati.

Prima ce lo sottolinea piano, quasi con discrezione, tirandoci per la manica delicatamente come per dirci: “Ehi amico, c’è qualcosa che dovresti curare o cambiare in te”. Poi, a poco poco, se non lo ascoltiamo e “tiriamo dritto”, il sistema alzerà sempre di più la voce, fino ad arrivare nei casi estremi ad urlare.

E sapete, spesso, a cosa equivale per il sistema mente-corpo all’urlo, inteso come mezzo per farsi sentire? Alla malattia.

Le malattie sono l’atto finale di un processo del “non ascolto” durato settimane, mesi, anni. Eppure il corpo-mente ci ha sempre avvisati, sempre informati, ci ha sempre detto dove stavamo andando. Siamo noi che non lo abbiamo ascoltato.

Questo, mi si creda, non è per attribuirci per l’ennesima volta delle colpe. L’hanno fatto già tanti schemi di pensiero: basta, dunque. Questo post mira solo a renderci gioiosamente più responsabili del nostro essere e benessere. Se siamo attenti, se ci ascoltiamo, se impariamo socraticamente a conoscere noi stessi, allora forse imboccheremo la via…