Meno antibiotici, please!

Negli anni è stato fatto (più o meno consciamente) un uso smodato degli antibiotici. Tanto che si sono sviluppate forme batteriche e virali sempre più resistenti a questi farmaci. I piccoli “esserini” che gli antibiotici combattono fanno in sostanza il loro lavoro, vale a dire si adattano alle nuove circostanze ed all’ambiente che trovano. A furia di bombardarli di antibiotici, anche quando non era (e non è) strettamente necessario, gli abbiamo involontariamente concesso di abituarcisi facendoli divenire super-forti!

Che fare? Innanzitutto limitarne l’uso (o abuso) alle specifiche circostanze che li rendono indispensabili ed attivare le case farmaceutiche affinché ne producano nuove classi che virus e batteri ancora non conoscono.

Teniamo presente che la resistenza agli antibiotici, cioè il fatto che in taluni casi batteri e virus si sono abituati ad essi rendendoli inefficaci, provoca solo in Europa circa 25.000 decessi l’anno, tanto che l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha diffuso un vademecum composto da 29 raccomandazioni per ridurre l’impiego di questa categoria di farmaci.

Per esempio l’Oms precisa che prima di essere operati i pazienti dovrebbero farsi una doccia, ma non radersi per evitare che nella pelle si aprano delle micro-ferite che possono spianare la strada ad agenti patogeni. Gli antibiotici inoltre andrebbero somministrati prima e durante le operazioni per prevenire le infezioni, mai dopo.

Inoltre dovremmo evitare di farceli prescrivere (o di prescriverli se siamo medici) di fronte alle prime avvisaglie di banalissime forme influenzali.