Cos’è il tai chi chuan?

All’inizio dei tempi, secondo il Taoismo, c’era il “tutto indifferenziato”, cioè il Wuji. Col tempo, questo tutto si differenziò in due polarità, una Yin e l’altra Yang. Questa polarità o tendenza alla divisione è chiamata Taiji, ossia “estrema o suprema polarità”, ma anche “vero estremo”.

All’inizio della pratica, quando si sta fermi in piedi con le gambe aderenti, ci si trova in uno stato di Wuji. Quando ci si inizia a muovere, si entra nella polarità dello Yin e dello Yang, cioè nel Taiji. E’ un movimento che rende possibili tutti gli altri, li crea. Lo Yin si evolve nello Yang e viceversa, con modalità fluida, costante, circolare.

L’arte marziale nota come Tai chi chuan è dunque l’arte della “lotta delle supreme polarità”. E’ detta anche arte marziale delle Tredici Posture, che sono: tenere lontano, andare indietro, premere, spingere, raccogliere, fendere, colpire col gomito, sbattere, fare un passo avanti, fare un passo indietro, fare attenzione a sinistra, fare attenzione a destra, stare nell’equilibrio centrale.

Queste ultime cinque attitudini o movenze corrispondono ai cinque elementi: fare un passo avanti è il metallo, fare un passo indietro è il legno, fare attenzione a sinistra è l’acqua, guardare a destra è il fuoco, stare nell’equilibrio centrale è la terra.

Le otto posture base (tenere lontano o far rimbalzare indietro, andare indietro o trascinare, premere, spingere, raccogliere, fendere, colpire col gomito, sbattere) corrispondono ai quattro lati principali di un movimento ed alle loro diagonali, ma sono anche gli elementi base della marzialità. Marzialità che, secondo la teoria di creazione e disgregazione degli elementi, prevede una movenza od una attitudine speculare a qualsiasi azione dell’avversario. Se l’avversario in combattimento sarà fuoco, io dovrò essere acqua. Se lui sarà acqua, io dovrò essere terra e così via.