Flora intestinale e longevità

I batteri che compongono la nostra flora intestinale, il cosiddetto microbiota, sono tra i più diretti responsabili dell’invecchiamento umano. Nel senso che se stanno bene, l’uomo invecchia meno velocemente; altrimenti…più velocemente. Semplice, no?

A dircelo, ma più che altro a confermarcelo visto che già da tempo se ne parla, è uno studio pubblicato di recente sulla rivista Nature e condotto dal ricercatore italiano Dario Valenzano, che lavora presso l’Istituto Max Planck per la Biologia dell’Invecchiamento a Colonia, in Germania.

Valenzano ha effettuato alcuni ricerche ed esperimenti utilizzando dei pesciolini della specie Nothobranchius Furzeri. Ha così scoperto che trasferendo i batteri intestinali di pesci giovani nella pancia di pesci più anziani (in soldoni ha effettuato una sorta di trapianto di batteri), questi ultimi ringiovanivano.

Ricominciavano cioè a manifestare comportamenti tipici dei soggetti più giovani e riuscivano a nuotare più a lungo. Inoltre i pesci così trattati si sono visti mediamente allungare la vita del 37%…Non male, no?

La scoperta, ovviamente, rischia di avere un impatto importante sull’uomo…e sulle sue aspettative di vita. Tanto più che il trapianto di flora intestinale è già una pratica clinica consolidata che serve a sconfiggere (o ridurre) alcune infezioni ed altre malattie dell’apparato digerente come il morbo di Crohn. Oltre che dei fenomeni degenerativi di ordine neurologico come il Parkinson.