Panico ed ansia

Panico ed ansia, sotto forma di veri e propri attacchi, sono in aumento anche nel nostro Paese. Il trend comunque è in crescita in tutto l’Occidente sempre più stressato e disarticolato sul piano psichico.

Pertanto, causa problematiche di natura psicosomatica che non sono frutto di un reale problema organico bensì di un malessere vissuto così intensamente da ritenerlo patologico, sempre più persone si rivolgono agli ospedali senza averne realmente necessità. Occhio: non gliene stiamo facendo una colpa. Fanno bene ad andare al Pronto Soccorso, perché spesso i sintomi di ansia e panico hanno caratteristiche compatibili con problemi cardio-circolatori reali e pertanto è normale che le persone si spaventino e si rivolgano ad esperti.

Il problema è degli esperti, semmai, cioè dei vari Sistema sanitari nazionali che dovrebbero fare opera di prevenzione. Per esempio, i Dipartimenti di salute mentale territoriali italiani ogni anno curano circa 800.000 persone. Soprattutto per ansia, panico, nevrosi, agitazione. Ce lo rivela l’ultimo Rapporto sulla salute mentale pubblicato dal Ministero della Salute.

Nel 2016 gli accessi al Pronto Soccorso per disturbi psichiatrici sono stati 575.416, cioè il 2,8% del totale. Di questi 575.416 ben 274.363 sono stati gli accessi per sindromi nevrotiche e somatoformi (47,7%), che potevano essere gestite a livello territoriale. Pochi infatti i ricoveri.

Quindi se da un lato si dovrebbero sviluppare le strutture territorali competenti, dall’altro è bene che tutti noi ci diamo una “regolata”. Sapendo che la società ed il mondo tirano in questa direzione, dovremmo provare, responsabilmente, ad abbassare tutti un po’ i regimi delle nostre vite, “fregandocene” di alcune cose ed incrementando il tempo da dedicare a noi stessi e ad attività in grado di rilassarci.

Che il problema sia più o meno psicosomatico, poco importa: è sempre un invito che la natura ci manda affinchè ci occupiamo di noi.