Se volete ridurre l’apporto di sale ed insaporire i cibi, ricorrete alle spezie. Oggi vogliamo parlarvi del cumino che, noto anche nell’antichità in Siria ed Egitto e diffuso nei paesi caldi in generale, viene apprezzato sotto forma di curry e chili.
In cucina si utilizza il seme di questa pianta (uno per frutto), che è simile a quello del finocchio, ma più piccolo e scuro. Ha gusto amaro ed odore forte e dolciastro, dovuto al suo rilevante contenuto di oli essenziali. Il suo uso più noto è quello di essere un ingrediente del curry (assieme ad altre spezie), ma lo si incontra anche nel chili del Messico o nella salsa di guacamole di origine azteca.
Preso singolarmente, vale a dire da solo, è invece adattissimo per insaporire la carne e le patate.
Questo straordinario alleato della cucina vanta anche notevoli proprietà terapeutiche e curative: contiene parecchi sali minerali, tra i quali spicca il ferro. Inoltre i semi del cumino stimolano la digestione, stabilizzano l’attività del fegato e combattono la gastrite.
Ma questo seme serve ad abbassare il colesterolo cattivo, a stimolare il sistema immunitario e a ridurre la glicemia (se alta).
Il cumino possiede pure notevoli quantità di antiossidanti e pertanto può essere considerato un alimento antinvecchiamento ed anti-age: proprio perché rinforza il fisico, si consiglia alle donne in allattamento, che stanno appunto sostenendo un notevole sforzo.
Il cumino può essere utilizzato sotto forma di tisana. Si lasciano i semi in infusione in acqua calda per qualche minuto e poi si filtra.