Tolstoj

Grandi, grandissimi scrittori russi. Di tanti che ce ne sono stati, parecchi mirabilissimi, ce n’è uno che più di tutti rifulge di una luce potente. Si si, è lui, Lev (Leone in italiano) Tolstoj.

Divenuto famoso per alcuni racconti giovanili sul tema della guerra, il romanziere di Jasnaja Poljana è soprattutto noto al grande pubblico per i celeberrimi “Guerra e pace” ed “Anna Karenina“. La sua tecnica di scrittura, tuttavia, non è l’unico grande elemento a caratterizzarlo. Tolstoj infatti ha rappresentato per il suo tempo (nato nel 1828, morì nel 1910) una uomo dotato di un profondo e raffinato pensiero, capace di ispirare la cosiddetta corrente filosofica dei tolstojani, caratterizzati tra le altre cose da una assoluta dottrina della “non violenza” che tanto piacque anche al Mahatma Gandhi.

Le sue opere, che ebbero anche carattere pedagogico e religioso, sono uno spaccato della società russa dell’800, ancora intrisa dei valori zaristi ed ormai prossima, con i potenti cambiamenti epocali che avvennero pochi anni dopo la scomparsa del letterato di Jasnaja Poljana, all’avvento della Rivoluzione d’Ottobre.

Lev tutti questi cambiamenti, seppur senza sapere con certezza quale piega avrebbero preso gli avvenimenti, li intuisce già da giovane e li mette in evidenza in tutti i suoi scritti, tanto cari anche ai contadini poveri delle steppe che gli furono grati perché ne intese la natura e le sofferenze.

Oltre ai due grandi romanzi sopra citati, ne scrisse solo altri cinque “lunghi”: tra questi l’eccellente “I cosacchi“. Poi, in mezzo e successivamente, altri romanzi più brevi e numerosissimi racconti, ma anche alcune opere teatrali (la più celebre è “La potenza delle tenebre“) ed opere a carattere filosofico, morale e religioso. Tra queste ultime spiccano “Il regno di Dio è in voi”, “Della vita”, “La confessione” e “La mia fede”.

Amato dagli zar, che lo vedevano come un simbolo della cultura e del pensiero russo nonostante la sua visione fosse spesso discordante da quella del potere, Tolstoj si è guadagnato l’immortalità grazie soprattutto alla capacità di descrivere con precisione l’animo umano, tanto che i personaggi delle sue opere pare escano dalle pagine di carta per divenire uomini e donne viventi, in carne ed ossa ed in mezzo a noi. Uomini e donne con le loro passioni e le loro miserie, con una nobiltà d’animo che poteva anche ammantarsi di viltà, meschinità e grettezza. In poche parole, questo gigante della letteratura seppe descrivere l’animo umano come pochi altri prima e dopo di lui, dando ai suoi soggetti una potente espressione di universalità in cui è tanto facile che i lettori possano riconoscere loro stessi.