Come tirare un pugno

Come tirare un pugno quando si praticano arti marziali o ci si difende? Bisogna osservare alcune regole base per essere efficaci nell’azione, ma soprattutto per non farsi male da soli. Esistono tanti tipi di pugni: in questo caso di focalizzeremo sul pugno diretto.

Chiudere bene le dita della mano: esse vanno ripiegate verso il palmo senza lasciare spazi vuoti. Discorso a parte per il pollice: non va infilato sotto le altre dita, perché in caso di contatto si romperebbe automaticamente. Va tenuto fuori, ripiegato all’altezza delle falangine: deve fare corpo unico con le altre dita e non restare aperto, sennò potrebbe rompersi od impigliarsi nell’avversario.

Riguardo alla zona della mano che impatta, solitamente le dita che vanno a colpire sono le prime due: indice e medio. Esso sono più sporgenti, quando ripiegate, delle altre e su di esse ci si deve focalizzare. Poi, in caso di colpo su superficie molle, anche le altre due entreranno in contatto.

Il polso: va tenuto dritto rispetto alla mano, né flesso verso l’alto ed il basso, né di lato. La forza si scarica dal braccio alla mano in modo lineare, proseguendo proprio sulle prime due dita.

Il gomito: quando portiamo un pugno il braccio non va del tutto disteso, ma tenuto un poco flesso per evitare che, arrivando a fine corsa, si crei una involontaria leva articolare “fai da te” al gomito.

Il pugno colpisce, ma dietro ci sta tutto il corpo, nel senso che tutta la struttura fisica concorre a portarlo: il piede fa perno sulla terra, la gamba si distende, le anche ruotano e subito dopo di esse anche il busto viene coinvolto e distribuisce forza al braccio e di lì al pugno. E’ come una molla che scatta e che si distende da terra verso il cielo.

Per esperti: i pugni, nelle arti marziali tradizionali, vanno centralizzati, cioè portati lungo la linea centrale immaginaria che scorre anteriormente dalla testa ai piedi e divide il corpo in due emisferi, destro e sinistro. Il colpo dovrebbe uscire, tenendo i gomiti ben stretti, dal cosiddetto dan tian.

Ricordo che nell’autodifesa i pugni hanno lo scopo di salvare l’incolumità di chi viene aggredito: non si dovrà infierire sul nostro potenziale assalitore, cercando di ridurre al minimo il danno che anch’egli può subire