Tai chi: il respiro dell’albero

Il respiro dell’albero o della campana d’oro è uno degli esercizi più classici del tai chi chuan, ma anche dei chi kung ed in generale delle arti marziali.

La posizione è quella eretta: la persona ha i piedi alla larghezza delle spalle, con le ginocchia leggermente flesse, i glutei tesi che portano il bacino in retroversione, le spalle rilassate, lo sguardo in avanti verso l’orizzonte e la fontanella sulla sommità del capo rivolta al cielo.

Vengono così effettuate delle inspirazioni ed espirazioni con l’addome, usando cioè la cosiddetta respirazione diaframmatica. Quando inspiro l’addome diventa più prominente, visto che i polmoni spingono il diaframma verso il basso che a sua volta fa pressione sui visceri addominali, mentre quando espiro l’addome rientra: i polmoni si svuotano ed il diaframma risale.

All’inizio, quando non si è ancora molto pratichi di questo genere di respirazione, si può cominciare l’esercizio mettendosi una mano sul petto ed una sull’addome: quella sul petto non dovrebbe muoversi, visto che il torace dovrebbe restare immobile, mentre quella sull’addome salirà e scenderà ritmicamente secondo l’espansione addominale.

Quando una persona si impratichisce, può associare al respiro il movimento delle braccia: quando inspirerà le braccia saliranno verso l’alto grazie alla contrazione del solo muscolo deltoide, che le controllerà anche nella fase di discesa seguendo la velocità del respiro.

Quando salgono le braccia sono pressoché inerti e le mani sono rilassate, mentre quando scendono le mani divengono “attente”, cioè si applica una lieve tensione sull’avambraccio che fa sollevare le mani e le dita verso l’alto.

Quindi inspiro e faccio salire le braccia rilassate, espiro e le faccio scendere con le mani attente: questo genere di attività tende ad abbassare le frequenze, a rilassarci ed a farci entrare in contatto con uno dei processi più antichi ed ancestrali del nostro essere, vale a dire col nostro respiro.

Si cade quindi in un atteggiamento meditativo, tale da rilassare la mente ed il corpo. I testi antichi delle discipline marziali sottolineano che nel tempo le mani e le braccia possono divenire sempre più sensibili, così da percepire il chi dell’ambiente. Una percezione che può divenire tanto forte che la semplice aria attraversata dalla mani può assumere, come recitano alcuni autori, la consistenza del legno e poi anche quella del metallo.