Tai chi: primi passi

Chiunque abbia intenzione di approcciarsi ad un corso di tai chi chuan non solo è bene che si informi su cosa sia la disciplina della “alternanza suprema”, ma è altresì decisivo che si scelga un Maestro che sabbia praticare bene l’arte e con cui possa maturare un rapporto empatico.

Superati questi primi scogli, si potrà iniziare a praticare la disciplina e con giusti metodi e principi sarà possibile calmare la mente ed aiutarne la concentrazione; di pari passo, anche il corpo si placherà.

Così facendo sarà sempre possibile adottare un atteggiamento meditativo durante la pratica, foriero di ulteriori sviluppi. A cominciare dall’abilità nell’addestrare ed utilizzare il respiro, che deve essere profondo, naturale, lungo, rilassato. Ovviamente se un praticante è interessato solo all’aspetto terapeutico del tai chi potrà specializzarsi nella respirazione “normale” o buddista; viceversa se chi si allena vorrà anche intraprendere la strada della marzialità dovrà sviluppare anche il respiro “inverso” o taoista.

In sostanza bisogna diventare abili a contrarre ed espandere con facilità i muscoli della parete addominale, iniziando a percepire il Qi nella pancia ed in particolare nel Dan Tian.

Per sentire e far circolare il Qi servono una mente ed un corpo rilassati, affinché la mente ed il respiro lo possano spingere e veicolare dove è più opportuno. Con la Piccola circolazione celeste il Chi viene fatto salire dalla colonna e scendere frontalmente su vaso concezione, mentre con la Grande circolazione celeste l’energia viene veicolata ovunque nel corpo.

Facendo un passo indietro, nelle prime fasi dell’apprendimento dell’arte bisogna imparare a coordinare respiro e movimenti, passando poi a coordinare Qi e forme. Ciò consentirà di mantenere continuità ed uniformità di movimento, uniti a rilassamento, calma e concentrazione mentali. Tutto il resto, per così dire, da questo discende e verrà da sé.