Tai chi: gli esercizi dello Yan Jing Cao

Ecco lo Yan Jing Cao, cioè un sistema di chi kung (lavoro del chi) per rilassare e tonificare gli occhi, così da renderli maggiormente irrorati di sangue ed attivi sul piano dei nervi e dell’energie, con attenuazione di miopia, astigmatismo ed ipermetropia.

Si tratta di un sistema antico, che in Cina è stato praticato nelle scuole sin dal 1949 ed esteso poi anche agli operai, che lo praticano due volte al giorno per dieci minuti circa, con l’aiuto di un poster ufficiale che lo illustra. Serve a chi resta ore davanti a libri o schermi, con sviluppo di problemi da stress e della fissazione dello sguardo: per esempio la miopia è aumentata negli ultimi 30 anni a causa del lavoro intellettuale in spazi ristretti, con focus visivo a pochi centimetri dal viso e senza sguardi in profondità come accade all’aperto.

Il metodo di chi kung dell’ occhio, che attiva la capacità di vedere mentre si pratica tai chi (yan fang), è composto da cinque routine: palming, relax e lampeggio (1), tonificazione dei muscoli oculomotori (2), tonificazione dei muscoli delle palpebre (3), approccio ed alloggio (4), automassaggio tuina (5).

Prima di iniziare è bene togliere gli occhiali, se li si porta, ma gli esercizi sono anche adatti sul piano preventivo a chi ancora non ha problemi visivi. Nel palming, relax e lampeggio (1) si inizia strofinando le mani per qualche minuto: divenute calde, le si appoggia a coppa sopra gli occhi chiusi con i palmi sulle guance e le dita chiuse verso la fronte.

Il respiro intanto è lento, profondo: dopo 1-2’ gli occhi si rilassano e viene percepita oscurità, anche grazie all’energia (wei chi) trasmessa dai punti centrali delle mani (lao gong), che attivano la circolazione sanguigna. Ora si può “lampeggiare”, cioè aprire e chiudere progressivamente le palpebre con vigore ed energia crescente.

Negli esercizi per tonificare i muscoli oculomotori (punto 2) testa e collo devono stare fermi: si inizia inspirando guardando in basso più che si può e poi espirando si torna al centro; idem guardando in alto, per un totale di sei volte in giù e sei in su. Alla fine, vanno effettuati alcuni lampeggi.

Poi si farà la stessa cosa, ma guardando a destra ed a sinistra, quindi in diagonale da un lato e poi dall’altro, facendo ruotare gli occhi in cerchio in senso orario ed antiorario, guardando prima la punta del naso e poi l’orizzonte.

Per tonificare i muscoli delle palpebre (3) si inspira chiudendo gli occhi e strizzandoli, quindi si espira aprendoli al massimo. Si possono anche aprire e chiudere i due occhi alternamente, sollevare le sopracciglia e le palpebre inferiori. Nel focus ed alloggio (4) bisogna mettere a fuoco oggetti a distanze diverse: si mette un dito davanti alla faccia a circa 30 centimetri e vi si pone sopra il focus, quindi si alza lo sguardo e si guarda l’orizzonte. A seguire si fa la stessa cosa mettendo un dito a distanza del braccio e rimirando fuori dalla finestra (per esempio) un oggetto lontano.

Infine l’automassaggio tuina (5): prima lavarsi bene le mani, poi procedere al trattamento tenendo gli occhi chiusi e rilassati. Il massaggio va eseguito su ambo gli occhi in una sola volta, utilizzando una o entrambe le mani fino a scaldare il punto massaggiato. Ecco i sei punti da massaggiare: Jingming (Vescica urinaria 1 nell’angolo interno dell’occhio, utile per miopia, congiuntivite, glaucoma, occhi gonfi), Zanzhu (Vescica urinaria 2, dove inizia il sopracciglio, da attivare in caso di congiuntivite, lacrimazione, visione offuscata, mal di testa), Yuyao (al centro del sopracciglio per preoccupazione e tensione mentale), Sizhukong (alla fine del sopracciglio – miopia, strabismo, paralisi facciale), Tongziliao (Cistifellea 1, a metà strada tra l’angolo esterno del cerchio orbitale e lo zigomo, da stimolare in caso di miopia, congiuntivite, arrossamenti e secchezza), Chengqi (Stomaco 1: miopia, astigmatismo, congiuntivite, glaucoma).