Tai chi…si riparte

Un po’ meditazione, un po’ ginnastica propriocettiva, un po’ allenamento coordinativo,  un po’ rilassamento, un po’ arte marziale, un po’ attività terapeutica, un po’ disciplina sportiva

Il tai chi chuan, che finalmente col ritorno della bella stagione si può a praticare all’aperto, è questo e molto altro.  Nato come disciplina da combattimento, nei secoli ha sviluppato soprattutto il suo aspetto “interno”, vale a dire le attività di movimentazione delle energie sottili del corpo al fine di attivare i potenziali dell’uomo su più livelli…fisico, psichico, intellettuale, aurico, animico, spirituale…

Il tai chi chuan, in realtà, è una preghiera rivolta all’universo, un’invocazione all’infinito, una prece al Tutto.

Dove c’è un più, mette un meno; dove c’è un alto, aggiunge un basso. Allineandosi all’inspirazione ed all’espirazione cosmica, non fa altro che ribadire la duplice natura del Creato, che è Yang e Yin, secondo l’approccio alchemico orientale.

Ed a proposito di alchimia, questa disciplina consente appunto la trasmutazione dei corpi dell’uomo, che con la pratica progressiva lasciano viepiù il vile metallo per divenire d’oro…letteralmente forgiati dall’eterno Chi.

Arte per raggiungere il Cielo e sposare la Terra ancora intessuti di membra mortali, il Tai Chi Chuan è il “pugno della suprema polarità“, nella traduzione letterale. Un pugno di metallo che penetra e si ritrae, che si carica di legno ed aria per vestirsi di fuoco e che infine si stempera con terra ed acqua.

Se lo cerchi, si nasconde. Se vuoi dominarlo, sfugge. Esso è lì, devi solo praticarlo e respirare con esso. Il resto sono parole.