Tai chi chuan, questo sconosciuto

Il Tai chi chuan è una lotta, un’arte del combattimento sviluppata secoli fa evolvendo tecniche guerresche più antiche, risalenti a prima che la polvere da sparo facesse la sua comparsa nella storia come arma bellica

Tai chi chuan significa nella traduzione dalla lingua cinese, grosso modo, “lotta o pugno della suprema polarità“. Parole sibilline, che paiono dire tutto e nulla. Ma che nascondono l’essenza stessa della disciplina.

Una disciplina che, sia nella sua versione a mano nuda che armata di strumenti (spade, pugnali, panche, ventagli, lance etc…), è stata sintetizzata secondo la leggenda dal maestro taoista Zhang San Feng nel medioevo.

Egli ispirò la sua arte ai principi del divenire universale, vale a dire una forza maschile espansiva (yang) che dopo aver raggiunto un picco cede il posto ad un principio femminile in contrazione (yin); il quale a sua volta cresce per poi decrescere,

Una sorta di onda cosmica che si espande e che lascia il posto alla risacca successiva e poi di nuovo ad un’altra onda. E così via, in un infinito divenire.

A livello storico, la disciplina nacque sotto la dinastia Ming (1368-1644), ma le prime notizie documentate risalgono al 1800, col Maestro Chen Wang Ting.

Il tai chi tuttavia si diffuse soprattutto grazie al generale Yang Lu Chan ed ai suoi tre figli Yang Ban HouYang Feng Hou Yang Jian Hou. Quest’ultimo ebbe a sua volta un figlio, Yang Cheng Fu, che si diede molto da fare affinché la disciplina divenisse sempre più nota e praticata.

Nel ‘900, con la rivoluzione maoista, il tai chi e le sue ginnastiche vennero inizialmente osteggiati perché espressione della tradizione culturale che i comunisti volevano sradicare. Tuttavia, capito il profondo legame che univa il popolo cinese alle sua arti marziali, Mao lo rivalutò e gli diede l’importante qualifica di “ginnastica del popolo“, vale a dire una sorta di pratica che rendeva forte l’uomo nel corpo e nello spirito.

Dopo la metà del secondo scorso, il tai chi iniziò a diffondersi anche fuori dalla Cina, complici i forti flussi migratori che da quel paese condussero tanti maestri in Europa e nelle Americhe.

In Occidente è penetrato soprattutto nella sua dimensione terapeutica, priva dei connotati strettamente marziali. Equilibrando mente, corpo e respiro, il tai chi è ormai considerato pratica di benessere e lunga vita.