Poemi omerici

Se avete già letto i poemi omerici, rileggeteli. E se non li avete mai letti, fatelo!

Iliade ed Odissea sono sogni (od incubi, talvolta, perché nella vita c’è spazio anche per quelli) che hanno preso forma. Piovuti in terra grazie alla divina poesia di Omero, raccontano dell’uomo. O meglio, dell’Uomo. Si si, con la U maiuscola.

Un uomo accoccolato nell’infinita nudità della Grecia. Una nudità di rocce e mare, di isole e monti, di una selvaggia macchia mediterranea costellata di euforbie e ginepri, di carrubi e pini.

Una terra di sole su cui pare Dio non voglia o possa mai piangere, tanto la sua pietra è polverosa ed arsa.

In questo scenario da favola, in questo mondo inondato di luce, Omero muove uomini e dei, eroi ed eroine, ninfe ed indovini, ma anche mostri, ciclopi, animali fantastici.

Realtà, finzione? Poco importa. Vero è che, per dirla con Gustav Jung, in questa terra protesa sul mare, su queste isole affastellate in arcipelaghi, si celano gli archetipi dell’uomo moderno. Grecia terra di mezzo, come il mare su cui si affaccia. Grecia terra di unione, tra est ed ovest, tra sud e nord.

Se volete cullarvi in un passato quanto mai presente, in un presente che guarda al futuro, allora godetevi Iliade ed Odissea. E riconoscetevi in esse, perché in entrambi i poemi si narrano le vostre stesse vite. Ritroverete ira ed amori, che saranno anche le vostre ire ed i vostri amori. Riconoscerete rimpianti e ritorni, paure e coraggio, cattiveria e bontà. Assaporerete il fulgore della giovinezza. E la tenerezza della vecchiaia.

Sarete con Achille sotto le mura di Troia, vi struggerete per Andromaca ed il suo amato Ettore, desidererete la bellezza di Elena e vi commuoverete per Priamo. Ma vi stupirete anche di Ulisse e della sua astuzia, saluterete i suoi compagni e veleggerete verso un’Itaca fuori dal tempo.

Citando solo un episodio dell’Odissea, uno dei più dolci e teneri è quando Ulisse tornato alla reggia di Itaca non viene riconosciuto da nessuno, fuorché dal suo cane Argo, che l’aveva atteso vent’anni. Ed Argo, quando lo vide finalmente con lui, scodinzolò e con un mugolio morì, vecchissimo.  Ed Ulisse, che si celava agli uomini per portare vendetta, non poté far altro che reprimere le lacrime che gli affollavano gli occhi.