Jin e tai chi: il Peng jin

Jìn significa forza, vigore, entusiasmo, fervore. Richiama l’energia espressa dalla pratica marziale, quando il Chi è trasformato in azione ed espresso all’esterno. Se Fa Jin è la forza esplosiva del Tai chi, esistono Otto Jin intese come forze od abilità di base, ognuna espressione di principi diversi. Esse sono: Peng, Lǚ, Jǐ, An, Cai, Lie, Zhou e Kao. I primi quattro, detti Jin principali, sono illustrati nell’unico movimento dello “spazzolare il cavallo” o “afferrare la coda del passero”; gli altri sono chiamati Jin degli angoli.

Analizzando il primo, il Jin Peng, possiamo dire che è forse il più complesso e richiama il parare ed il difendere, intesi come arrotondare ed espandere. Importante ed incompreso, è espresso dal detto cinese che si riferisce alle arti marziali “palo di ferro avvolto nel cotone”, per intendere un movimento od una posizione che esternamente appaiono morbidi, ma che invece sono forti all’interno.

Il Peng Jin è una sorta di forza passiva, elastica, che permette al praticante di muoversi come una molla: se caricata, essa scatta nella direzione opposta. E’ un principio svincolato alla forza muscolare ed è una capacità principalmente difensiva di assecondare la forza dell’avversario ritorcendogliela contro.

La forza del Peng Jin si annida negli avambracci, che assorbono gli urti e li rimandano al mittente: gli avambracci vengono in tal senso paragonati ad un palo o canna di bambù, che si flette per poi ritornare nella posizione iniziale. Sviluppando questa capacità, si implementa la propria fiducia e si possono controllare anche avversari molto più forti.

Esistono diversi tipi di Peng Jin, che possono essere sviluppati solo con la pratica, in particolare quella legata all’assorbire ed allo spingere. E’ la forza di una freccia che per essere scagliata necessita di un arco teso che si flette e che poi si riporta nella posizione iniziale. Non può essere usata nei movimenti in cui è richiesta solo forza bruta, come per esempio nel sollevamento pesi. Il Peng Jin è sviluppabile principalmente con l’esercizio del Tui Shou o delle mani appiccicose, in cui due praticanti pongono mani e gomiti in contatto spingendo ed assorbendo la forza dell’altro.