Il doping

Il doping, dopaggio o drogaggio sportivo è un’attività illecita praticata da atleti professionisti e non per implementare le loro performance atletiche o migliorare esteticamente: può essere realizzato assumendo sostanze o ricorrendo a pratiche mediche non terapeutiche.

Antico come l’uomo, tanto che il ricorso ad erbe stimolanti veniva già praticato nei primi Giochi Olimpici, il doping è considerato una delle peggiori piaghe dello sport.

Oltre al problema etico, ne solleva uno altrettante rilevante che è quello della tutela della salute: molte pratiche dopanti possono avere ricadute sul fisico e portare a gravi problemi o alla morte.

Tra i casi più celebri di doping ricordiamo quelli del centometrista Ben Johnson ai Giochi di Seul ’88 e del ciclista Lance Armstrong durante i suoi sette trionfali (e poi revocati) Tour de France. Arcinota anche la vicenda del pedalatore britannico Tom Simpson, morto al Tour 1967 sul Mont Ventoux per un cocktail di anfetamine ed alcol.

Il doping, diffuso anche a livello amatoriale per vincere la garetta della domenica o mostrare agli amici pettorali e bicipiti più gonfi, muove un vero e proprio mercato, tanto lucroso che spesso viene gestito anche da mafie o gruppi criminali.

Tra le sostanze più usate dai dopati steroidi, ormone della crescita, modulatori metabolici, diuretici, vari tipi di stimolanti ed il cosiddetto doping ematico comprendente Epo e simili e l’auto-emotrasfusione.

Più di recente, dai Giochi di Pechino 2008 in poi, si è parlato di doping genetico, mirante a modificare il Dna degli sportivi per renderli più performanti.

Esiste anche un doping tecnologico, che potenzia il mezzo con cui l’atleta gareggia: risale al 2016 il caso della belga Femke Van Den Driessche; ai Mondiali di ciclocross fu pizzicata con una bici truccata, vale a dire potenziata con un motorino che le permetteva di andare più veloce.