Elementi e tai chi chuan

Anche il tai chi chuan rientra nel gioco cosmico dei cinque elementi della Medicina antica, che definire solo cinese sarebbe riduttivo, visto che tante altre culture hanno sviluppato concetti analoghi legati all’alternanza e sovrapposizione delle forze che muovono l’uomo, il mondo e l’universo…

Nelle pratiche dei cinque elementi e movimenti l’esordio è tutto per il legno, legato alla stagione della primavera che è appunto quella della ripartenza dopo la quiescenza dell’inverno. E’ il momento della vita che rinasce, che sgorga di nuovo lungo i canali vitali ed energetici che irrorano gli esseri animati ed inanimati, il grande ed il piccolo, l’alto ed il basso. L’animale totemico della prima stagione dell’anno, che sottolineiamo cambia a seconda della tradizione di riferimento, è spesso identificato nella tigre, espressione dei meridiani di fegato e cistifellea legati al colore verde brillante dei germogli che sbocciano dopo il freddo.

La tigre, poi, mette le ali e diventa gru. Un animale in grado di librarsi in cielo, verso il sole ed il fuoco che esso rappresenta. La gru, spesso anche assimilata all’airone o alla fenice, è la fiamma purificatrice che distrugge e da cui tutto si rigenera. Cenere che diventa vita, che poi ridiventa cenere (polvere) e da cui di nuovo risboccia la vita, continuamente. I meridiani coinvolti sono quelli del cuore e del piccolo intestino, ma anche del mastro del cuore e del triplice riscaldatore.

E come detto il fuoco genera cenere e la cenere si fonde e confonde con la terra, grande mamma genitrice che sta al centro e dai cui si dipanano le energie di tutti gli elementi. La terra, coi meridiani di milza e stomaco, è espressa dalla forza viscerale del drago, animale mitico e chimerico che fonde in sé più manifestazioni dell’essere. Il drago è in movimento costante, come la terra, che da un lato ruota attorno al sole oltre che su sé stessa, oscillante e caracollante. Un terra che migra, che corre come i continenti che slittano, come le placche tettoniche che emergono ed affondano, anche qui in un costante ciclo di nascita e morte.

E dalla terra nasce il metallo, manifestazione della potenza artigliante dell’orso, che tutto travolge con la sua corsa pesante ed i suoi denti ed artigli, simili a lame. E l’orso è il respiro della terra e dell’uomo, associato com’è ai meridiani di polmone e grande intestino che tutto prendono e tutto restituiscono. Essi sono espressione del macrocosmo che viene assimilato dal microcosmo e del microcosmo che al macrocosmo nuovamente tutto rende, seppur sotto forme diverse.

Ed uscendo dalla terra ecco l’acqua, che scorre vicino ai metalli e si mineralizza. Ed in tal modo diventa viva e vitale per gli equilibri del mondo. Acqua espressa dal serpente, simbolo della vita che si annida nei meridiani di rene e vescica, dove alberga la potenza genitrice associata ai primi chakra. Un serpente che come l’acqua scorre e che prende la forma delle cose e degli oggetti su cui si posa. Una forza che poi a sua volta serve ad alimentare il legno, in un ciclo che nuovamente si rinnova, apparentemente sempre diverso, effettivamente sempre uguale.