Doping: gli ormoni

Il nostro corpo, tramite le ghiandole endocrine, produce naturalmente ormoni. Essi attivano anche la crescita della massa muscolare o migliorano il trasporto di ossigeno. Alcuni medici, atleti e praticoni dello sport hanno così capito (da decenni ) che aumentando la circolazione nel sangue di questi ormoni si può influenzare la prestazione atletica. Utilizzano pertanto dei farmaci che li contengono e che di norma servono a curare i malati: se li iniettano, se li ingoiano, se li bevono…

E’ quello che noi conosciamo come doping o drogaggio sportivo: potenzio artificialmente, con una somministrazione esterna, un processo biologico naturale al fine di creare dei “supereroi” che sapranno correre, nuotare e pedalare più veloce, saltare più in alto o sollevare più chili.

Questi sono gli effetti “positivi” del doping. Il problema che si pone, oltre a quelli etico e concernente la correttezza sportiva, è però soprattutto di ordine medico: se da un alto gli ormoni mi potenziano, dall’altro possono recare gravi danni al mio organismo. Se circolano in quantità fisiologiche il mio corpo sta bene, mentre se ce ne metto di più vado a rompere degli equilibri omeostatici sviluppatisi in miliardi di anni di saggissima evoluzione. Risultato: nel breve, medio o lungo periodo il corpo può sviluppare vari tipi di patologie anche gravi e mortali. Tutto dipende dalla sensibilità individuale del corpo di ognuno di noi ai farmaci, dalla lunghezza dei periodi di assunzione e dalle quantità. Più l’uso è stato massiccio, più aumentano le chance di stare male.

Tuttavia in molti, anche amatori della domenica che vogliono solo dimostrare al compagno di ufficio di esser più forti, li usano e continueranno a farlo. Tanto più che in alcune discipline c’è anche un lucroso giro di denaro legato alle vittorie od ai piazzamenti, nonché alle scommesse più o meno lecite dei cosiddetti bookmaker o delle mafie.

La piaga, come detto, non coinvolge solo gli atleti professionisti, ma anche l’impiegato di turno che pedala la domenica. O il ragazzotto che vuole mostrare in spiaggia un paio di pettorali senza fare troppa fatica in palestra. Queste categorie sono le più a rischio: se il professionista si avvale della consulenza di medici preparati che gli consiglieranno quali sostanze assumere e come evitare gli effetti negativi di queste pratiche, l’amatore che si dopa “fai da te” per sentito dire rischia davvero la pelle nel brevissimo periodo. Le pagine di cronaca dei giornali sono piene zeppe di notizie inerenti baldi giovani o baldi anzianotti finiti all’obitorio per sembrare più grossi od andare più veloci.

In merito agli ormoni, alcuni dei principali tipi che vengono utilizzati per sviluppare la prestazione sportiva sono i seguenti:

  • Ormone della crescita (Gh): si usa in medicina per combattere il nanismo, l’obesità od alcune forme di deficienza muscolare. Nello sportivo (sia di endurance che di potenza) aumenta la forza, riduce la massa grassa sviluppando quella magra. Tra gli effetti collaterali: tumori, ingrossamento degli organi interni e delle ossa, patologie cardiache e circolatorie.
  • Eritropoietina o Epo: aumenta la quantità di globuli rossi e con essi migliora il trasporto di ossigeno. E’ utile per sportivi di resistenza quali ciclisti, nuotatori o corridori di fondo e così via. Effetti negativi: aumenta la densità del sangue predisponendo a ipertensione, trombosi, infarto, ictus.
  • Gonadotropine: stimolano i testicoli a produrre testosterone aumentando forza, resistenza e recupero. Un uso prolungato inibisce la naturale attività testicolare, determina disfunzioni erettili ed impotenza, oltre a problemi cardiaci e possibile sviluppo di masse tumorali.