Buon 25 dicembre…se il giorno è giusto…

Tanti auguri di Buon Natale! Una Festa che parla di luce, della luce del mondo. E che affonda le sue radici nei più antichi culti sull’invincibilità del Dio-Sole, sul suo Ritorno Perenne, sul bagliore e sul calore con cui dona la vita.

Non a caso le Principali Chiese Cristiane, quelle fatte bene, sono orientate ad Est: appunto per accogliere frontalmente la nascita quotidiana dell’Astro Divino. Non a caso i fedeli sono rivolti verso l’altare, non a caso i preti davano le spalle ai devoti praticanti: appunto per ricevere direttamente i raggi solari con occhi, fronte e…cuore.

Nel tardo Impero Romano il Solstizio d’Inverno ed il Culto del Sol Invictus hanno avuto un ruolo decisivo nell’istituzione del Natale per come lo conosciamo noi. Per alcuni anche le celebrazioni dei Saturnali Romani, che si sviluppavano dal 17 al 23 dicembre, hanno avuto riflessi importanti sulla più tarda festività cristiana.

Gli antichi Latini, infatti, indicavano nel loro calendario con Natalis svariati eventi solenni, come il Natalis Romae (21 aprile, data di nascita dell’Urbe) ed il Dies Natalis Solis Invicti, cioè i giorni del “sole invincibile” accomunati al dio indo-persiano Mitra ed introdotti in Roma dall’Imperatore Eliogabalo. Tali giorni vennero compattati in uno solo, proprio il 25 dicembre, dall’altro imperatore Aureliano: era il 274 dopo Cristo.

Su tale data, dunque, si concentra l’attenzione degli studiosi: il 25 dicembre, in ragion della grande rilevanza del culto mitreo nella Città Eterna, va a sostituirsi al 6 gennaio, che i primi cristiani avevano adottato come data della nascita di Cristo all’inizio del 200.

La prima traccia scritta sul Natale risale al Commentario su Daniele di sant’Ippolito di Roma (203-204 dC), mentre la prima menzione certa del 25 dicembre come data del genetliaco di Nostro Signore compare nel 336 nel Chronographus del letterato romano Furio Dioniso Filocalo.

Tutti questi dubbi derivano dal fatto che la nascita di Cristo non è in realtà menzionata nei Vangeli né in altri scritti dell’epoca e pertanto nei primi secoli dell’Era cristiana i fedeli svilupparono al riguardo diversi filoni e tradizioni. Ancora oggi i dubbi permangono, ma è solo un dibattito tra studiosi. Giorno più giorno meno, mese più meno mese, anno più anno meno, ai fedeli non importa: Gesù Cristo è segno vivente e divino del riscatto umano e la sua nascita va festeggiata e ricordata come uno dei più grandi doni del Dio Vivente all’umanità.