Bel Paese dopato

E’ l’Italia il paese in cui la Wada, cioè l’Agenzia Mondiale Antidoping, ha riscontrato il maggior numero di violazioni nel 2016. Ne sono emerse ben 147, parecchie di più delle 86 francesi e delle 76 degli Stati Uniti. La tanto vituperata Russia è invece solo sesta, con 69 casi, in questa speciale classifica.

Sottolineiamo inoltre che i 147 casi italiani sono già tanti di loro, ma il dato diviene ancora più allarmante pensando che il nostro paese ha parecchi meno abitanti ed atleti degli altri citati, come appunto Usa, Russia, Francia. Quindi, percentualmente, con flebo e pillole ci diamo dentro di brutto! O almeno così pare…

Bisogna infatti fare un po’ di chiarezza: il nostro paese è super controllato in merito al drogaggio sportivo, con attenzione eccezionale sia per le discipline agonistiche e professionistiche che per quelle amatoriali e baby. Pertanto, se abbiamo tanti casi di dopaggio non è per forza detto che ci sia da vergognarsi: il dato, che comunque deve far riflettere, potrebbe anche esprimere l’efficacia del sistema messo in atto dal nostro apparato antidoping.

In merito agli sport, più in generale, a livello internazionale quello con più casi di dopaggio è l’atletica: con 205 violazioni precede il body building (183) ed il ciclismo (165). Solo quinto il calcio, fermo a quota 79.

Bisogna però anche dare un barlume di speranza: in totale la Wada ha registrato nel 2016 “solo” 1595 positività coinvolgendo 117 nazioni e 112 discipline sportive. Diciamo “solo” perché le 1595 positività sono il dato più basso dal 2013, con un calo del 16% rispetto al 2015. Quindi il trend è positivo…

Più nello specifico, i 1595 suddetti casi sono emersi così: 1326 per riscontro attraverso esami e 269 per inchieste. Dei 1326 casi emersi all’antidoping, ben 1046 (il 79%) riguardano maschi, solo 280 (il 21%) femmine: ricordiamo, comunque, che in generale ci sono molti più uomini a fare agonismo che non donne…