Arti marziali: il leopardo

Anche il leopardo fa parte del pantheon animalesco della arti marziali cinesi. Nel kung-fu il leopardo (Pao) ha grosso modo le stesse movenze della tigre, vale a dire agili e veloci, ma semplicemente le posizioni sono meno ampie e meno di forza. Il leopardo sarà, se possibile, ancora più scattante.

In merito alle mani, mentre nella tigre le dita sono abbastanza distese a mimare gli artigli della fiera, nel leopardo esse sono contratte e piegate all’altezza delle falangi. I colpi del leopardo vengono pertanto portati con le prime articolazioni delle dita su parti molli del corpo dell’avversario, come il collo, il volto, alcune parti del torace, la schiena o le braccia. I colpi sono esplosi sia in linea retta che circolare.

L’artista marziale che usa il leopardo colpisce anche con gli avambracci, i gomiti e le gambe, che muove con grande agilità e che utilizza per effettuare velocissimi balzi verso l’avversario. Inoltre i piedi del praticante cambiano spesso direzione, mutando continuamente gli angoli dell’attacco e non offrendo al nemico un bersaglio fisso da colpire.

Altra caratteristica di questo stile è quello di ricorrere non alla forza bruta, bensì alla strategia ed alla concatenazione dei colpi, che vengono portati in sequenza sia cogli arti inferiori che con quelli superiori.

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