Un Friuli tutto da scoprire

Parzialmente bloccati dal covid e costretti a viaggi a raggio meno ampio del solito, eccoci a riscoprire l’Italia. E da buon italiano confermo che non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Semmai, com’è ovvio, il contrario.

Questa estate, causa l’annullamento all’ultimo di una vacanza in Puglia, ci siamo trovati a “ripiegare” sul Friuli Venezia Giulia. Ma anche se non è una delle mete classiche o di quelle che più facilmente vengono in mente associando mare e vacanze, non siamo rimasti per nulla delusi. Tutt’altro.

Alloggiati nel bellissimo centro collinare di Medea, al B&B East Wind degli impareggiabili Patrizia ed Ezio ed a soli venti minuti dal mare, ci siamo dati come sempre ad una serie di esplorazioni. Se la costa friulano è bellissima, partendo dalla nota Lignano Sabbiadoro e proseguendo per il litorale che con la Costa dei Barbari (via Grado e Sistiana) porta a Trieste (la bellissima) e che prosegue con la località marinara di Muggia (alle porte dell’Istria), non è da meno l’entroterra.

Cividale del Friuli (foto) è una perla: bagnato dal fiume Natisone, che scavalla col noto Ponte del Diavolo,  conserva i tratti della città medievale, coi suoi palazzi e le sue piazze. E le sue vie brulicanti di persone eleganti.

Di estremo interesse anche Udine e Gorizia che, sovrastate da castelli, conservano centri storici bellissimi con edifici antichi e raffinati.

Sparsi qua e là nella campagna friulana, che distaccandosi dal mare si fa vieppiù collina e poi montagna, sono tanti i paesi e le cittadine carichi di storia e luoghi da scoprire.

Se la città-fortezza di Palmanova lascia di stucco, con la sua pianta di forma stellare che inneggia a geometrie celesti, l’antichissima Aquileia (a pochi chilometri da Grado) conserva ancora tantissimi monumenti ed edifici di epoca romana.

Risalendo verso nord, poi, ecco il ricetto di Strassoldo, oltre a Cormons, Gradisca d’Isonzo (dove si può anche fare il bagno nel fiume sacro, come si legge, ai popoli d’Europa), Rosazzo con la sua Abbazia e la chiesa di Castelmonte.

Tornando sul mare, la laguna di Grado è impareggiabile e non ha nulla da invidiare alla Camargue francese, mentre Monfalcone sfrutta la sua natura di porto naturale ospitando Fin Cantieri ed alcuni risostanti (come il Mercato Ittico sul canale Valentinis) dove si mangia un pesce fresco da urlo.

Restando in ambito cucina, il Friuli è terra di salumi (che dire del crudo San Daniele?), ma anche di birra, vino e tanto altro.

Se il frico è una specie di frittatina davvero gradevole, i primi fatti in casa (come i blecs o maltagliati) sono ottimi. E se la polenta è la vera regina della tavola friulana, i secondi come il musetto con la brovada sono quanto di più tipico si possa consumare. I prodotti del mare poi non sono nemmeno da enumerare, visto quanti sono, mentre tra i dolci la torta più nota è la gubana.

Quindi, tante parole per dirvi che il Friuli è là che vi aspetta. Credetemi, non è una seconda scelta. Andateci, sarà una vera scoperta…