Siamo ancora in tempo?

Siamo ancora in tempo per salvare gli oceani e la loro straordinaria biodiversità? Pare di sì. Se l’ex-presidente americano Barak Obama ha recentemente esteso una mega riserva marina alle Hawaii, l’Unione europea ed altre 24 nazioni (extra-europee) hanno firmato un accordo per la creazione della più gigantesca area oceanica “integra” del globo.

Si parla di un milione e mezzo di chilometri quadrati di oceano antartico, che verranno preservati dalla pesca e dalle trivellazioni petrolifere.

Non tutti però sono contenti. Per alcuni si tratta solo di una mossa politica per spostare altrove i problemi e distrarre l’attenzione dei media. La salute degli oceani è a rischio e non basta creare qua e là qualche zona protetta: i mari non hanno confini e gli agenti inquinanti responsabili del loro degrado si spostano ovunque…

I più onesti, intellettualmente parlando, affermano dunque che sì, bisogna limitare la pesca intensiva e creare aree “wild”, ma noi umani dobbiamo anche ridurre la quota di “sporcizia” che gettiamo nelle acque e le emissioni di gas che snaturano le condizioni bio-chimiche dell’ambiente.

Il problema sono i mostruosi interessi che bisognerebbe mettere da parte affinché le cose cambino realmente e che tutto non resti un mero progetto sulla carta. E così si rischia di cadere nell’inazione…che probabilmente nel lungo periodo comporterà dei costi ambientali (e quindi anche monetari) mostruosi…