Sapiens più vecchi di 100mila anni?

Pare di sì: l’homo sapiens, cioè noi, è più vecchio di 100.000 anni rispetto a quanto si riteneva fino a poco fa. Se prima la nostra razza si credeva esistente da 200.000 anni, oggi tutto è stato anticipato a 300.000 anni fa.

Merito di alcune scoperte fatte in Marocco, precisamente sul massiccio di Jebel Irhoud, che hanno permesso di retrodatare la nostra comparsa sul pianeta. E di spostarne anche la location, visto che prima si riteneva fossimo “sbocciati” in Etiopia.

In realtà il luogo vero della nostra “nascita” come specie resta e resterà un mistero, poichè non è ipotizzabile di scorprirlo con certezza, ma il fatto di anticipare di 100.000 anni la nostra venuta ha importanti risvolti storici.

L’area di Jebel Irhoud è oggi desertica, ma all’epoca dei nostri primi progenitori era lussureggiante e ricca di flora e fauna. Una sorta di “giardino dell’Eden”, insomma.

Il ritrovamente marocchino (un teschio quasi completo ed una mandibola) in realtà risale agli anni ’60, ma le prime datazioni non riuscirono ad arrivare ad una risposta chiara. Tanto più che questo cranio presenta delle caratteristiche “arcaiche” che già allora facevano pensare ad origini antichissime.

Il mistero è stato svelato da scavi successivi, che hanno portato alla luce i resti di altri cinque individui e dei loro utensili. Questi reperti, sottoposti a raffinate tecniche di indagine come la termoluminescenza, hanno appunto dato l’incredibile responso di 300.000 anni.

Come detto, si tratta di un homo sapiens arcaico, anche se non è sempre facile stabilire la demarcazione tra la nostra specie di homo e quelle che l’hanno preceduta. Ciò che è certo è che la scoperta di Jebel Irhoud arricchisce le nostre conoscenze in merito all’origine della nostra razza. E per certi versi, contribuisce anche a complicarne lo schema…