Respirare con l’addome

Respirare con l’addome, profondamente, permette di abbassare le frequenze e di sfuggire allo stress della vita moderna, in particolare di noi Occidentali.

Innanzitutto respirando con l’addome, gonfiando cioè la pancia in inspirazione e sgonfiandola in espirazione, si attiva il muscolo diaframma, una sorta di telone che divide in due il tronco e che consente la respirazione. Facendo entrare ed uscire aria in modo rilassato, il diaframma sale e scende delicatamente offrendo alle strutture con cui viene a contatto una sorta di massaggio naturale gratuito e potente, che aiuta ad irrorare meglio di sangue i tessuti.

Respirando profondamente con l’addome inoltre viene effettuato un ricambio più efficace dell’aria nei polmoni, facendo sì che il nostro organismo sia letteralmente irrorato di ossigeno: questo ci rende più prestativi sia sul piano fisico che mentale, dandoci sempre aria nuova e fresca con cui attivarci.

Detto della maggiore irrorazione sanguigna dei tessuti, può accadere dopo alcune inspirazioni ed espirazioni profonde di sentire calore nella zona subito a valle dell’ombelico od alla bocca dello stomaco, a testimonianza di un maggior afflusso sanguigno e del rilassamento delle pareti dei vari organi e muscoli interessati.

Respirando con l’addome inoltre, come già accennato sopra, abbassiamo le frequenze e cominciamo ad andare meno di corsa. Quando ci assale la fretta o lo stress spesso cominciano a respirare solo ed esclusivamente con la parte alta del torace, limitandoci a respiri corti e superficiali che non garantiscono sufficiente ricambio di ossigeno, sollecitano i muscoli respiratori ed innescano un circolo vizioso del tipo: sono stressato, respiro male, il corpo ne risente, comincio a stare meno bene e mi stresso ancora di più.

Abbassando il respiro, cosa che viene fatta anche nello yoga e nel tai chi ed in altre discipline miranti al relax ed alla meditazione, posso rompere questo ciclo distruttivo ed attivarne uno virtuoso che mi consente di uscire dalla spirale del malessere.

All’inizio, se non siamo abituati a respirare con l’addome (cosa che facciamo da bimbi, ma che poi perdiamo crescendo mano a mano che ci distacchiamo dal nostro corpo), può essere utile mettere le mani sulla pancia e curare il movimento ritmico di inspirazione ed espirazione: sento con le mani che il ventre si innalza e si abbassa. Le prime volte il movimento risulterà meccanico ed innaturale, poi nel tempo diverrà parte di noi (a patto di farlo un numero sufficiente di volte da renderlo automatico).

Sarebbe meglio che l’aria entrasse dal naso ed uscisse dalla bocca, ma chi ha problemi di naso chiuso può limitarsi alla bocca.