Primum non nocere

Ah, il latino! Quanto rende l’idea!

Ed ecco una locuzione in voga a Roma 2000 anni fa e che pare tornare di moda proprio oggi: “Primum non nocere“. Cioè, per prima cosa non nuocere. Una frase semplice, icastica, quasi scultorea, tanto la si potrebbe imprimere nella pietra a memoria dei posteri e memento dei vivi…

Primum non nocere è, solitamente, uno dei principi che si insegna nelle facoltà di medicina. E tra i primi ad essere trasmesso alle matricole, con particolare riferimento alla iatrogenesi, cioè alle malattie, infermità e complicanze derivate da errori dei medici od in generale del personale medico, paramedico ed infermieristico.

Errori che ogni anno provocano nel mondo centinaia di migliaia di decessi ed un numero ancora più alto di malattie o di peggioramento delle condizioni cliniche dei pazienti.

Questo post non vuole essere assolutamente un attacco alla classe medica ed a quella infermieristica. Tutt’altro. Il nocciolo della questione è che, proprio perché l’uomo può sbagliare, prima di attivare qualunque procedura medica bisogna chiedersi se essa sia davvero indispensabile e se ne valga la pena dopo una attenta analisi di costi e benefici.

Pertanto il fantomatico vaccino anti-covid, che pare debba salvare l’umanità, in uno stato serio andrebbe proposto con estrema cautela. Se per avere vaccini “sicuri” da proporre al pubblico ci vogliono almeno 7-8 anni, è ovvio che un qualcosa ottenuto in pochi mesi possa (debba) destare perplessità e preoccupazioni. Peraltro espresse a più riprese dai medici stessi, non dal complottista di turno…

Quindi, prima di proporre qualunque cosa bisogna essere certi che non noccia, perlomeno nella stragrande maggioranza dei soggetti a cui è destinata ed in mancanza di alternative. Nella scelta di una terapia, infatti, bisogna innanzitutto non arrecare danno al paziente e per questo, tra i trattamenti possibili, va sempre privilegiato quello che ha meno controindicazioni.

Ovvio, no? Mica tanto, sentendo alcuni…

E poi sarà davvero utile questo vaccino? Se già oltre il 95% dei positivi al Covid non ha sintomi o ne ha pochi, perché vaccinarsi con qualcosa che si dice possa dare (nelle migliori delle ipotesi) una copertura immunitaria di circa il 90%?

Inoltre i soggetti su cui il vaccino viene testato sono di solito uomini e donne sani…Che accadrà se esso viene inoculato in persone anziane con già qualche problema di salute?

Spero che la sentenza che arriverà ai posteri, un domani, non etichetti la nostra come un’epoca barbarica…