Ortoressia: attenzione!

Alzi la mano chi sa cosa è l’ortoressia…Il termine forse è ignoto ai più, mentre il comportamento che esso indica è ben più conosciuto. L’ortoressia nervosa, infatti, è l’atteggiamento di chi diventa maniaco dei cibi cosiddetti sani, ma lo fa secondo dei canoni ossessivi, che arrivano a limitarne la vita quotidiana inducendo nei casi più gravi anche denutrizione ed ansia.

E’ un disturbo alimentare che colpisce appunto chi cerca di nutrirsi in modo sano, ma senza volerlo, va oltre ed esagera. Diventa ossessivo, appunto. Tuttavia, credendo di essere nel giusto ed essendo anche in forma (o così almeno è quel che appare), risulta resistente ai consigli (od alle critiche) di chi cerca di aiutarlo.

Questa ricerca smaniosa di cibi sani rende la persona che soffre di ortoressia totalmente incapace di concedersi anche il minimo strappo alle regole che si è dato, tanto da arrivare a disertare i pranzi o le cene in compagnia pur di continuare ad aderire al suo rigido canone alimentare salutista. Rigidità che, se portata all’estremo, può indurre anche denutrizione.

In genere le persone ortorettiche sono ansiose, puntigliose e perfezioniste. Non accettano la minima critica e, per quanto attiene ai loro comportamenti alimentari, possono risultare paranoiche: vivono insomma nel costante timore di introdurre nel loro corpo delle “schifezze”.

I motivi dell’insorgere di questo problema? Stress, eccessiva attenzione della società all’aspetto esteriore, ignoranza, aderenza a certe regole.

Come possiamo capire se siamo ortorettici? In generale se i pensieri inerenti il cibo occupano buona parte della nostra giornata, se ci si sente troppo in colpa dopo aver consumato prodotti non molto salutari, se si esercita eccessivo controllo su ciò che mangiamo. Insomma, se viviamo male il rapporto con gli alimenti.

Che fare? Detto che nei casi più “importanti” può aiutare uno psicologo, gli atteggiamenti ortorettici possono essere superati riconquistando una “sana” relazione coi cibi, che vanno toccati, gustati, apprezzati anche con olfatto e vista. E vissuti nel loro valore simbolico, oltre che come occasione per sviluppare relazioni sociali.