Si cerca in Italia l’elisir dell’eterna giovinezza. O almeno un modo per rallentare l’invecchiamento. E’ l’ambizioso progetto coordinato dall’Università di Torino che raccoglie 282 studi di ricerca per un totale di oltre 800 scienziati in rappresentanza di 29 atenei del Bel Paese.

Una vera e propria “task force anti-age” che, in una nazione ed in un continente che stanno progressivamente invecchiando, appare quanto mai opportuna. L’obiettivo? Promuovere salute e benessere sin da giovani, così da poter diventare degli anziani autonomi ed in salute ed aiutare chi giovane non è più…

La task force delle università italiane sta infatti studiando come intervenire sul sonno per restare giovani il più a lungo possibile, ma anche quali cibi combattono l’insorgere della demenza senile, gli stili di vita più consoni al mantenimento della salute tra gli Over-65, la sessualità, le attività fisiche e mentali che consentono di preservare corpo e cervello nonostante il trascorrere del tempo…

Si studiano pure l’insorgere e la prevenzione di svariate malattie tra cui i tumori, l’impiego di robot domestici per alleggerire le fatiche quotidiane dei soggetti meno giovani e di carrozzine robotizzate capaci di impostare da sole le traiettorie e di monitorare la salute di chi vi è seduto sopra. Senza dimenticare i videogiochi che aiutano i “nonni” a migliorare le loro chance di movimento nello spazio urbano in cui vivono tramite simulazioni virtuali ed i biosensori che li avvisano quando il loro corpo necessita di liquidi onde evitare la disidratazione.

Il problema del buon invecchiamento ha tante sfaccettature e tocca trasversalmente numerosi aspetti della nostra vita famigliare e sociale: solo per citarne alcuni, quelli sanitario, economico ed erariale. Proprio in merito a questi aspetti, si spera che i progetti possano attrarre investitori e finanziatori sia del settore privato che pubblico, perché le sfide che si vanno delineando potrebbero offrire ad entrambi parecchie ragioni di intervento…