La tua famiglia è il mondo

Se pensi che la tua famiglia siano i tuoi genitori, tua moglie ed i tuoi figli, magari qualche cugino o qualche amico, sbagli di grosso.

La tua famiglia è il mondo. I figli del tuo vicino sono i tuoi figli ed il vicino stesso è tuo fratello, padre, madre, zio o nonno.

Il passante che incontri per strada, ricco o povero, bello o brutto, intelligente o stupido che sia, è tuo fratello.

Se lavori e stai bene quando altri non lavorano e non stanno bene, non pensare di essere a posto. Poiché tutti sono la tua famiglia, non puoi dire di essere a posto se anche gli altri non lo sono. Non lo puoi proprio dire.

Se hai qualcosa, tanto o poco che sia, e non lo condividi con gli altri, sei destinato ad essere schiacciato. Se ti arrocchi nei tuoi privilegi e non ti turba che altri non siano per nulla privilegiati, sei destinato alla sconfitta.

Se invece condividi ciò che hai, non importa se sul piano materiale od immateriale, allora diventi forte. E troverai amici e sostegno, bellezza ed audacia, aiuto e slancio. Da solo sei solo e potrai essere spaventato, vilipeso, derubato, zittito ed impaurito. Ma se ti darai agli altri e gli altri si daranno a te, assieme diverrete forti.

Ognuno darà sostegno all’altro, ognuno sorreggerà la spalla dell’altro. Chi nel gruppo cadrà, sarà aiutato a risollevarsi. Chi si sentirà venire meno, riceverà entusiasmo.

Se ora hai paura dei prepotenti, alleati coi tuoi fratelli e sarai tu a fare paura: saranno i prepotenti a temere e la loro prepotenza verrà meno.

Così, uniti e forti, tu ed i tuoi fratelli farete valere i vostri diritti e costruirete un mondo più equo in cui vivere, in cui la sovranità sarà della gente che si sosterrà contro ogni sopruso.

Ma se pensi che la collaborazione e l’unione tra gli uomini siano impossibili, se non credi che la tua famiglia sia il mondo, se non dai la mano al tuo fratello in difficoltà, allora anche tu non riceverai aiuto né avrai il sostegno, la sicurezza e la tranquillità che ti spettano in quanto essere umano.

Concludendo, ricordo che Giorgio Gaber diceva che “la libertà è partecipazione“, mentre un vecchio adagio recita che “il numero fa la forza“…