La crioterapia o terapia del freddo

Strappi, ematomi, infiammazioni? C’è la crioterapia. Applicando localmente del ghiaccio (la borsa del ghiaccio), che peraltro porta ad un abbassamento generale della temperatura corporea, viene attivata una vasocostrizione che limita la fuoriuscita di sangue in caso di rottura di vasi e che lenisce le infiammazioni.

Già Ippocrate proponeva applicazioni di freddo per combattere varie patologie. Oggi anche i medici la consigliano in caso di dolore articolare, artrosi, sovraccarico muscolare o tendineo, patologie infiammatorie, autoinfiammatorie ed autoimmuni, fibromialgia e dermatite atopica. Ma anche in caso di psoriasi, artropatia psoriasica, poliartriti, paresi, contratture spastiche ed addirittura la sclerosi multipla.

Ma col freddo si risolvono anche verruche, acne, angiomi, cicatrici, melanomi: la crioterapia vanta dunque risvolti estetici e viene utilizzata nelle cure finalizzate alla bellezza. 

Ma come funziona la crioterapia? Col freddo il corpo rilascia acetilcolina e noradrenalina, che vanno ad inibire i mediatori dell’infiammazione a valle e bloccano la produzione di radicali liberi. Inoltre si frenano gli enzimi che, durante le infiammazioni, distruggono i tessuti e quindi si velocizza il ripristino tissutale ed il processo di guarigione.

Il freddo poi, seppur temporaneamente, svolge un effetto analgesico, perché l’ipotermia a livello cutaneo inibisce la trasmissione di impulsi dolorosi.

Esiste anche una forma “estrema” di crioterapia, detta sistemica: in ambito sanitario il paziente spogliato e senza anelli o collane viene sottoposte per un massimo di 3’ a temperature inferiori ai -130 gradi centigradi. In Polonia questa terapia è addirittura rimborsata dal Servizio sanitario nazionale.

E’ molto utilizzata in ambito sportivo in caso di infortuni o per velocizzare il recupero muscolare dopo grandi fatiche: all’iniziale vaso-costrizione segue, dopo circa 20-30’ dalla conclusione dell’applicazione del freddo, una vasodilatazione che drena le scorie del catabolismo cellulare e migliora i tempi di ripristino dei meccanismo di contrazione muscolare. Tanto più che a basse temperature le fibre muscolari non riescono più a stare contratte e si rilassano.

La crioterapia localizzata (cioè quando si applica il freddo solo su di un arto infortunato, per esempio) non ha particolari contro-indicazioni. Quella sistemica invece non va proposta a chi soffre di cuore, claustrofobia, morbo di Raynaud, trombosi, neoplasie, insufficienza respiratoria.