Jin e tai chi: il Ji jin

L’abilità nota come Ji jin consiste nell’avvertire gli errori di “vuoto” commessi dall’avversario e di entrare in profondità nella sua difesa.

Viene paragonata alla forza dell’acqua, che occupa gli spazi vuoti in cui si imbatte: così la forza del Ji jin occupa la vacuità della forza altrui, prendendone possesso. E’ di solito espressa tramite una spinta, spesso in risposta alla Lu jin del nemico che ci attacca con un colpo di spalla o gomito.

La spinta determina una compressione degli arti altrui contro il petto o l’addome e la successiva forza associata lo spiazza spazzandolo via. Si va dunque a destabilizzare l’equilibrio del contendente premendo le mani o gli avambracci sul petto (è spinto indietro) o sulla schiena (è spinto avanti).

La Ji jin va espressa in maniere breve ed immediata e se veicolata sul plesso solare o nella cavità tra i capezzoli può provocare un’interruzione del respiro. Se invece è applicata tra le scapole, l’avversario può perdere sensibilità su braccio e spalla.

Chi vibra il colpo veicola la forza dalle gambe e la controlla col bacino: in tal senso, deve godere di un perfetto equilibrio e di una accurata centratura.