Fatti un giro a Bucarest

In Italia, spesso, se parli bene di rumeni o Romania in molti storcono il naso. Peccato: se visitate Bucarest, la capitale rumena appunto, non ne resterete delusi.

La città è bella (tanto che un tempo veniva chiamata la “Piccola Parigi”) e la popolazione è cortese ed ospitale. Per vedere benino questa bella città servono almeno tre o quattro giorni ed è molto godibile, come spesso accade quando si parla di “vacanze urbane”, se vi si gira a piedi.

Bucarest, il cui nome significa grosso modo Città della Gioia, è compresa tra la pianura Valacca ed i monti Carpazi. E si trova ad un paio di ore di treno dal castello del mitico Conte Dracula.

Attraversata da fiumi Dîmbovita e Colentina (che formano piccoli laghi nel perimetro urbano), vanta un arredo raffinato, con tanto di Arco di Trionfo in periferia eretto per celebrare l’indipendenza (1878) dagli ottomani. Da non perdere il Palazzo Reale (ora museo di arte internazionale e rumena con quadri di Veneziano, Antonello, El Greco, Tintoretto, Brueghel il Vecchio, Rubens, Rembrandt e Monet), così come il Palazzo del Parlamento (foto), che è la struttura più pesante al mondo, la seconda per estensione e la terza per volumi.

Bellissima la parte vecchia, con la via  Lipsicani, la Curtea Vece (o corte vecchia), i palazzi Crețulescu e Cec, l’Università, la locanda più vecchia di Bucarest Hanul Lui Manuc, la grande piazza Unirii con le sue fontane illuminate, il passaggio Macca-Vilacrosse e l’altro ristorante storico Caru Cu Bere. Già che ci siete, fatevi anche una camminata nei numerosi parchi od aree verdi che punteggiano la città: non ne resterete delusi.

In merito all’architettura religiosa, meritano una visita la Cattedrale Patriarcale, la Chiesa Crețulescu e la Chiesa Stavropoleos.

Ed il merito alla cucina? Da provare i mititei (salsicce di carne di manzo tritata), le särmale (carne trita avvolta in foglie di vite o di cavolo), il ghiveci (verdure tagliate finissime con pezzetti di maiale al forno), la pastrama (carne di bue o maiale affumicata), la carpa fritta e la polenta mamaliga con burro, formaggio e uova.