Se dici parolacce il dolore scema

A tutti è capitato, dopo essersi fatti male, di aver imprecato. Una botta al gomito, una ginocchiata contro lo stipite della porta, una craniata nel sottotetto…e l’imprecazione partiva (e parte) pressoché in automatico…

E se la mamma o la nonna quando eravamo bimbi ci dicevano di non dire parolacce, adesso invece gli scienziati della Keele University School di Newcastle-Under-Lyme (Gran Bretagna) ci spiegano che l’imprecazione dopo essersi fatti male non solo è normale, ma è anzi giusta e liberatoria.

Tanto che addirittura diminuisce la percezione del dolore in sé. Inoltre dire parolacce quando si sente male, sia su di un piano psicologico che fisico, aiuta a resistere meglio ed a reagire in modo più appropriato di fronte alla situazione stressante.

Lo studio d’Oltre Manica, che è stato anche pubblicato sulla rivista di neurologia Neuro Report, si è così articolato: è stato chiesto ad un nutrito gruppo di persone prese in esame di immergere le mani in un contenitore pieno di acqua gelata e ghiaccio. E di resistere in quella posizione il più a lungo possibile.

Alla metà delle persone gli scienziati hanno vietato di parlare, mentre gli altri hanno potuto esprimersi liberamente. E con “liberamente”, intendiamo che le persone hanno potuto dire parolacce ed imprecare anche ad alta voce.

Ne è emerso che i soggetti che potevano sfogarsi ed urlare resistevano più a lungo degli altri. Gli esperti ci spiegano che è un meccanismo naturale: se parliamo normalmente, inneschiamo solo la parte sinistra del cervello, quella logica insomma.

Invece quando diciamo parolacce con enfasi e convinzione (come appunto accade quando abbiamo male), usiamo anche la parte destra del cervello, quella dell’emotività. In tal modo imprecando liberiamo la nostra aggressività (più o meno repressa) e riusciamo ad attingere per un certo periodo ad una dose ulteriore di energia, quella che ci arriva dalla “grinta dell’animale antico che alberga in noi”.

Con questa sferzata di energia psichica, diveniamo pertanto più resistenti e resilienti. E diamo il massimo di noi stessi nei momenti di dolore e stress. Quindi, se sentiamo dolore, lasciamo che la natura faccia il suo corso e sfoghiamoci. Se qualcuno ne risulterà infastidito, sarà un problema suo…