Cervello e stagioni

Ebbene si, anche il cervello segue le stagioni. A dircelo sono i neuroscienziati dell’Università belga di Liegi. Coordinati da Christelle Meyer e Gilles Vandewalle, hanno appurato che l’alternanza delle stagioni incide sulle capacità intellettive. Ma non solo…

Per esempio, svolgere i medesimi compiti in estate ed in inverno non è la stessa cosa. Pur facendo le stesse cose, si usano diverse aree del cervello. Oltre che diverse fonti energetiche.

Lo studio belga ha coinvolto un gruppo di volontari che si sono sottoposti ad una serie di test in vari periodi dell’anno. Anche grazie all’utilizzo di una risonanza magnetica (per osservare le aree del cervello coinvolte nelle varie azioni), è emerso infatti che le risorse cerebrali utilizzate variano in base alle stagioni. In realtà le prestazioni del cervello restano costanti per tutto l’anno, ma cambiano le risorse che l’organo mette in azione per effettuare i compiti.

Per esempio la capacità di attenzione ha un picco massimo a giugno (in corrispondenza del solstizio d’estate), mentre il livello minimo si ha a metà dicembre. In merito alla sfera mnemonica, il top si raggiunge in autunno, mentre il minimo si riscontra in primavera.

Perché? Gli esperti considerano il movimento della Terra intorno al Sole: la variazione della lunghezza del fotoperiodo (durata dell’illuminazione diurna ed intensità delle radiazioni) influenza il genoma umano, ma anche il livello di certi neurotrasmettitori come la serotonina. Inoltre la stagionalità ha ricadute sul funzionamento del corpo, oltre che sul comportamento e sull’umore. Per esempio i concepimenti si concentrano in inverno ed in primavera, mentre il tasso di suicidi aumenta in estate.