Cattiva digestione: che fare?

Bruciore e dolore di stomaco associati a pancia gonfia? Digestione laboriosa e senso di spossatezza o sonnolenza postprandiale? Tutti sintomi di una difficoltà del nostro apparato digerente ad accogliere il cibo ed a trasformarlo: in Italia è colpito da questo problema almeno il 30-40% della popolazione.

Iniziamo col dire che le difficoltà manifestate a livello dello stomaco hanno spesso carattere psicosomatico: rabbia, aggressività o stress non espressi in qualche modo implodono ritorcendosi contro la persona. Senza parlare del rapporto con l’esterno, visto che lo stomaco è il grande trasformatore che accoglie qualcosa che arriva dal di fuori appunto per tramutarlo in qualcosa che divenga parte dell’interno…

Chiudendo il capitolo psicosomatico, possiamo dire che chi soffre di ansia e stress e somatizza a livello dello stomaco (aumentando per esempio la quantità dei succhi gastrici), dovrebbe “darsi una regolata” ed intraprendere attività rilassanti che abbassino un po’ i ritmi, come il tai chi chuan o lo yoga.

Passiamo ora ad alcuni consigli alimentari. E’ importante fare una buona colazione al mattino, che è il momento in cui abbiamo le massime potenzialità digestive, mentre nei successivi pasti della giornata (specie la sera) non dovremmo eccedere…Vanno poi eliminati, o ridotti al massimo, cioccolato, caffè, agrumi, vino bianco, pepe, peperoncino e spezie in generale…oltre che il fumo…

Aiutano invece a lenire o migliorare i sintomi di questo problema il latte, il pane, la frutta e la verdura, mentre la liquirizia è un ottimo digestivo (ma è sconsigliata a chi soffre di ipertensione). E’ anche importante mantenere il peso corporeo ideale e bere almeno due litri di acqua al giorno, possibilmente in piccole dosi ben distribuite nell’arco della giornata.

Ovviamente quando sopra riportato si riferisce a persone che accusano sintomi non esageratamente fastidiosi e che hanno già avuto una diagnosi medica di difficoltà digestive. In tutti gli altri casi, specie in quelli in cui i sintomi durano più di 4 o 5 giorni, consigliamo di ricorrere alla consulenza di un medico.