Camminare a piedi nudi: il barefooting o gimnopodismo

La pratica del camminare a piedi nudi, nota anche come gimnopodismo o barefooting, è un’attività salutare. Tutti, quando possibile, dovremmo sperimentarla. Per svariate ragioni.

Innanzitutto il piede libero ha maggior possibilità di esprimere le sue forme che non quando è ingabbiato in una scarpa, pur comoda. Il progetto naturale prevede che l’uomo, al pari degli altri animali, deambuli senza nulla addosso.

Dal punto di vista del ritorno venoso, l’azione pompante che un terreno sconnesso svolge sulla pianta del piede permette al sangue di risalire meglio lungo la gamba, evitando i ristagni circolatori classici in molti soggetti, specie nelle signore.

Camminare scalzi migliora inoltre la sensibilità del piede e permette di svilupparne il senso tattile e con esso la propriocezione e l’equilibrio, cose che ci consentono di aver maggior consapevolezza del movimento e di essere meno a rischio cadute.

Su di un piano riflesso-logico, il piede nudo mentre appoggia su terreni naturali è sollecitato nei punti collegati a tutto il corpo: girando col gimnopodismo ci si regala una sessione gratuita di riflessologia plantare.

Perché la pratica del camminare scalzi sia salutare deve essere svolta su terreni protetti, meglio se prati o spiagge, puliti da oggetti non naturali quali plastiche o metalli che potrebbero ferire la pianta del piede e su superfici non contaminate da escrementi animali od altro. Si consiglia di non camminare in presenza di tagli, ferite o vesciche sui piedi. All’inizio bisognerebbe preferire i prati o le spiagge sabbiose, poi mano a mano che la pelle del piede diventa più resistente si può procedere nei boschi o se sentieri sterrati.

La pratica del barefooting sta facendo sempre più proseliti sia in Italia che all’estero: al riguardo sono state create apposite strutture dove praticarla come quella di Morgex (Aosta).

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