5G…anche no!

Che i campi elettromagnetici non facciano bene alla salute è cosa nota. Pertanto, se già ora siamo pressoché “soffocati” dalle antenne, pensate a che accadrà quanto verrà applicato su larga scala il 5G. Anche se molti sedicenti esperti cercano di tranquillizzarci, ce ne sono parecchi altri che invece ci invitano ad opporci a questa nuova tecnologia, molto più forte di quelle sinora impiegate: in soldoni, se il 4G ha la potenza di un’auto utilitaria, il 5G è una Ferrari

Ma ahimè non si parla di vetture, bensì di una tecnologia che (al di là di qualunque complottismo) usa frequenze diverse da quelle sinora impiegate. Trattasi di onde corte ad alta frequenza, che per poter svilupparsi abbisogneranno di numerosissime antenne, e che possono penetrate con maggior forza nell’organismo umano, tanto da incidere addirittura sul suo Dna cellulare. Con possibili rischi per la salute.

Basti pensare che Svizzera e Slovenia hanno deciso di fermare il wireless di quinta generazione sul loro territorio. Fino a quando? Fino a che non saranno chiariti i dubbi riguardo all’impatto del 5G sulla salute, appunto. Dubbi sollevati dai cittadini di vari cantoni elvetici e rivolti all’Ufam, l’Ufficio federale per l’ambiente.

Ed in Italia? Lo sviluppo sperimentale del 5G sta avvenendo in modo pressoché clandestino, cioè senza reclamizzarlo. Al momento si sta sperimentando il suo utilizzo in circa 120 comuni del Bel Paese, di cui è facilmente reperibile in internet la lista…Per fortuna il fronte del no sta crescendo, ben rappresentato dall’ahimè recentemente scomparso giornalista Giulietto Chiesa

Oltre alla Svizzera, come detto, anche la Slovenia ha stoppato l’applicazione del 5G in attesa che si faccia maggior luce sull’eventuale pericolosità di questa “innovazione”. Posizione analoga hanno adottato in Belgio, specialmente a Bruxelles, ma anche in Spagna ed in Danimarca, dove la pericolosità del 5G è già stata affermata da una consulenza legale richiesta dall’Istituto nazionale di sanità pubblica.

Una forte opposizione è nata anche tra gli olandesi: per loro l’aumento dell’intensità di radiazione avrebbe un impatto importante sulle persone e sull’ambiente.